Introduzione all’astronomia millimetrica e submillimetrica
L’astronomia millimetrica e submillimetrica si occupa dello studio dell’universo attraverso la radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese tra 1 millimetro e 0,1 millimetri. Questa radiazione si trova tra l’infrarosso lontano e le onde radio nello spettro elettromagnetico.
Importanza della radiazione elettromagnetica
Questa regione dello spettro è cruciale perché permette di osservare fenomeni che altrimenti sarebbero invisibili. Le nubi molecolari, le regioni dove nascono nuove stelle, emettono principalmente in queste lunghezze d’onda. Inoltre, la radiazione di fondo cosmica, residuo del Big Bang, ha la sua massima intensità proprio intorno a un millimetro.
Strumenti utilizzati: il telescopio ALMA
Per catturare queste deboli emissioni, gli astronomi utilizzano telescopi estremamente sensibili come ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) situato sulle Ande cilene. È composto da 66 antenne di alta precisione che operano come un unico gigantesco telescopio, capace di risolvere dettagli finissimi delle nubi molecolari e delle galassie lontane.
Sfide dell’osservazione millimetrica e submillimetrica
Osservare in queste lunghezze d’onda non è semplice. La radiazione millimetrica e submillimetrica è fortemente assorbita dal vapore acqueo nell’atmosfera terrestre. Per questo motivo, i telescopi devono essere posizionati in luoghi estremamente secchi e ad alta quota, come l’altopiano di Chajnantor a 5000 metri di altitudine.
Scoperte e contributi scientifici
Grazie all’astronomia millimetrica e submillimetrica, gli scienziati hanno potuto studiare la formazione delle prime galassie e degli ammassi di galassie, risalenti a poco dopo il Big Bang. Hanno anche scoperto dettagli incredibili sulle condizioni chimiche e fisiche delle nubi molecolari, rivelando come nascono le stelle e i sistemi planetari.
Conclusione
Le prove di queste scoperte sono supportate da osservazioni dettagliate e ripetute, che hanno permesso di costruire modelli accurati della formazione stellare e galattica. Gli strumenti utilizzati, come i bolometri, sono in grado di rilevare variazioni di temperatura di pochi decimi di grado sopra lo zero assoluto, garantendo una precisione senza precedenti.
Fonti: UNIROMA, ESA
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